Gli adempimenti burocratici rappresentano ormai l’attività più assorbente che grava in capo ai dipendenti pubblici. Le responsabilità dirigenziali si misurano non in base ai risultati conseguiti ma in base ad adempimenti formali, spesso ridondanti ed autoreferenziali. ASMEL ha censito circa 1120 adempimenti che appesantiscono il lavoro degli uffici comunali. In primis quelli amministrativi e finanziari, per non parlare degli adempimenti imposti ai responsabili degli appalti, chiamati a caricare dati e informazioni su tutti i distinti portali statali soltanto perché questi non prevedono un’automatica condivisione delle banche dati. A ciò si aggiunge un’inflazione normativa senza precedenti. Dopo due anni dall’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici, hanno visto la luce soltanto 28 sui 66 provvedimenti attuativi attesi ma il numero delle parole del nuovo Codice ha già raggiunto quelle delle parole di vecchio Codice e relativo Regolamento attuativo messi insieme. Se si riuscirà a completare l’opera, le parole di Codice e relative norme attuative rappresenteranno il 250% di quelle precedenti. Di fronte alla deriva di questo bigottismo normativo le proposte di ASMEL sono state sempre concrete: recepimento automatico nella normativa nazionale delle Direttive europee sugli Appalti in luogo di Codice e regolamenti, introduzione di un’unica banca dati nazionale centralizzata, semplificazione degli adempimenti in materia di anticorruzione e trasparenza a vantaggio di misure concrete e non formali da parte delle PA. Un fronte aperto sul quale ASMEL continuerà nella sua azione di denuncia e di stimolo al Legislatore
Relazione dell’Audizione Asmel in Senato
.Testo integrale dell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera - Economia
.Prefazione al libro "Il Borgomastro e il Cancellario"
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