Campagne

Le campagne associative Asmel sono uno strumento fondamentale di relazione tra i Comuni soci e la generalità del mondo politico, istituzionale e della società.
In particolare, le class action sostenute da Asmel puntano alla salvaguardia dell’autonomia dei Comuni sempre più stretti da misure di emergenza e politiche aleatorie come quelle sull’associazionismo obbligatorio di funzioni tra i piccoli Comuni, palesemente inapplicabili, diseconomiche e lesive dell’autonomia costituzionale dei Comuni Italiani.

 

Gli adempimenti burocratici rappresentano ormai l’attività più assorbente che grava in capo ai dipendenti pubblici. Le responsabilità dirigenziali si misurano non in base ai risultati conseguiti ma in base ad adempimenti formali, spesso ridondanti ed autoreferenziali. ASMEL ha censito circa 1120 adempimenti che appesantiscono il lavoro degli uffici comunali. In primis quelli amministrativi e finanziari, per non parlare degli adempimenti imposti ai responsabili degli appalti, chiamati a caricare dati e informazioni su tutti i distinti portali statali soltanto perché questi non hanno previsto fino ad ora un’automatica condivisione delle banche dati. Di fronte alla deriva di questo bigottismo normativo le proposte di ASMEL sono state sempre concrete: recepimento automatico nella normativa nazionale delle Direttive europee sugli Appalti in luogo di Codice e regolamenti, introduzione di un’unica banca dati nazionale centralizzata, semplificazione degli adempimenti in materia di anticorruzione e trasparenza a vantaggio di misure concrete e non formali da parte delle PA. 


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Lo scorso 8 gennaio 2019 si è tenuta l’udienza innanzi alla Corte Costituzionale a seguito dell’Ordinanza n. 1027/2017 con cui il TAR Lazio ha accolto il ricorso promosso da ASMEL per l’affermazione dell’incostituzionalità della norma sull’accorpamento coatto dei Comuni.
Grazie alla class action promossa da Asmel sono state stoppate le norme sull’associazionismo obbligatorio di funzioni, palesemente inapplicabili, diseconomiche e lesive dell’autonomia costituzionale dei Comuni Italiani. Il Tribunale ha accolto tutte le eccezioni di incostituzionalità sollevate che evidenziano come la legge contestata violasse ben nove articoli della Costituzione. Nelle prossime settimane verrà reso noto il provvedimento della Suprema Corte che dovrebbe porre fine ai tentativi di comprimere la libertà dei Comuni con provvedimenti normativi illegittimi e impraticabili.
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Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato il Decreto previsto dall’art.77, comma 10 del Codice dei contratti pubblici per stabilire la tariffa di iscrizione all'Albo ANAC dei Commissari e il compenso massimo per gli stessi d.m. (MIT) 12 febbraio 2018 pubblicato in G.U. n. 88 del 16 aprile 2018. Piccolo dettaglio di non poco conto , con un chiaro eccesso di delega, il MIT ha fissato anche delle tariffe “minime”, senza riflettere sul fatto che per l’80% delle gare comunali le 9.150 euro (11.000 con le spese di trasferta) non trovano capienza nel quadro economico. 


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La responsabilità del mancato aggiornamento del SISTAN, il Sistema Statistico Nazionale non può ricadere sui Comuni. Non possono essere multati i Sindaci dei Comuni per l’inadeguatezza del sistema informatico gestito dall’ISTAT non idoneo ad acquisire in automatico i dati già immessi dai Comuni nei portali on line in ottemperanza alle disposizioni normative in tema di trasparenza. È necessario che sia l’ISTAT ad adeguarsi alle nuove modalità di dialogo e interoperabilità digitale, non di certo a sovraccaricare gli Enti locali di adempimenti compilativi in forma ormai obsoleta.  ASMEL si è pertanto fatta promotrice di un’azione di sensibilizzazione volta a rendere le rilevazioni statistiche periodiche automatiche, attuando la circolarità automatizzata dei dati tra Comuni e ISTAT in applicazione dell’art. 12 del TUEL, senza oneri a carico di nessuno e senza necessità di sanzionare alcuno.


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