GLI APPALTI PER BENI E SERVIZI CULTURALI DOPO IL DL SEMPLIFICAZIONI - A DOMANDA RISPONDE ANTONIO BERTELLI

I provvedimenti emergenziali hanno riguardato anche il mondo della cultura: da ultimo il DPCM 3 novembre 2020 ha sospeso le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei, delle biblioteche, degli archivi, dei teatri e, in genere, degli istituti e luoghi della cultura di cui all'articolo 101 del codice dei beni culturali. Queste norme sono accompagnate, in particolare con il disposto della legge 120/2020, da discipline sia derogatorie sia costituenti vere e proprie riforme, della materia degli appalti per beni e servizi culturali.
Le novità sono rilevanti e riguardano tutto il comparto: dai servizi culturali, alle concessioni ed ai contratti di partenariato pubblico privato, per giungere ai contratti di sponsorizzazione e di concessione in uso. La videodiretta si propone di cogliere il significato di queste norme e di fornire gli strumenti per una loro rapida applicazione anche in rapporto con le disposizioni contenute in altre fondamentali leggi, quali il codice dei contratti, il codice dei beni culturali, il Testo Unico enti Locali. L’esperto pone particolare attenzione ai particolari regimi di appalto per servizi culturali, le direttive UE in materia di servizi culturali: una specifica soglia, disciplina specifica per i beni culturali: RUP, avvalimento, varianti, concessione di servizi culturali, PPP in materia culturale, il regime delle sponsorizzazioni e cenni su altre forme contrattuali previste.

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