12/06/2018
Un invito all'ANAC a rispondere appieno alla propria missione strategica e al Legislatore a non gravare le procedure d'appalto di formalismi eccessivi, sono questi due degli spunti "politici" emersi dal Sondaggio Asmel condotto dall'istituto IPR, su un campione rappresentativo dei 7.956 Comuni italiani.
L'81% degli intervistati si è detta d'accordo col fatto che ANAC dovrebbe essere maggiormente coerente con la propria missione che viene così enunciata e non applicata dalla stessa Autorità "la prevenzione della corruzione va perseguita creando una rete di collaborazione nell'ambito delle amministrazioni pubbliche e riducendo i controlli formali che comportano tra l'altro appesantimenti procedurali e di fatto aumentano i costi della PA". Sul punto le percentuali si scostano di poco tra Nord, Centro e Sud Italia, con cifre di consenso che vanno rispettivamente dall'83% al Nord, all'81% al Centro al 77% al Sud. In merito al bigottismo normativo che attanaglia anche il settore degli appalti pubblici l'80% degli intervistati si è dichiarato d'accordo o molto d'accordo con la considerazione che "il nuovo Codice Appalti, anziché semplificare, ha prodotto una proliferazione di norme, generando confusione e deresponsabilizzazione". Sul punto hanno mostrato maggiore preoccupazione i piccoli Comuni, mentre i Comuni medio-grandi si attestano rispettivamente sul 66% e il 54% di risposte affermative.