15/02/2022
I bandi del PNRR che riguardano direttamente gli enti locali, entro quando dovranno essere varati?
La chiusura degli avvisi avverrà entro Giugno 2022. Tutti i bandi del PNRR che riguardano direttamente gli enti locali, stando a quanto dichiarato dal Mef, dovranno essere varati entro il 30 giugno. Questo perché un eventuale slittamento in avanti renderebbe improbabile che si arrivi, entro il 30 giugno 2026, all’effettiva realizzazione degli interventi da questi previsti. L’obiettivo è avviare tutti i cantieri entro dicembre 2023. Se si mancherà questo appuntamento, la messa a terra dei progetti, i cui soggetti attuatori sono gli enti locali, potrebbe essere irrimediabilmente compromessa e destinata a fallire.
Quanti fondi sono stati già assegnati?
Il 60% dei finanziamenti previsti dal PNRR per Comuni e Città Metropolitane risulta assegnato. I fondi PNRR destinati ai Comuni, nel documento redatto dal Governo a maggio 2021, ammontavano a 57,8 miliardi di euro; con il dettagliarsi delle misure a favore dei Comuni e Città Metropolitane, i fondi sono scesi a poco oltre i 40 miliardi. Di questi oltre la metà risultano già banditi oppure assegnati con scorrimento di graduatorie (fondi solo integrati finanziariamente perché già esistenti e già nella titolarità dei Comuni,).
Quali sono le prossime scadenze importanti per i Comuni?
Come si diceva le scadenze imposte per la spesa dei fondi europei hanno comportato ritmi serrati nell’emanazione dei bandi e degli avvisi pubblici. Per i Comuni a marzo le scadenze Pnrr cubano 7 miliardi, con 11 bandi aperti che riguardano soprattutto Rifiuti, asili, edilizia scolastica e borghi; senza contare gli ulteriori contributi previsti da bandi ministeriali.
Questa situazione comporta una notevole opportunità ma anche una grossa difficoltà da parte degli Uffici tecnici dei Comuni nel seguire tutte le istanze di candidatura considerate le dimensioni della maggioranza degli uffici comunali.
I Comuni sono adeguatamente supportati?
I Comuni hanno urgenza, da un lato, di verificare la fattibilità delle idee progettuali da candidare e, dall’altro, di presentare le candidature ai bandi pubblicati con la costruzione di eventuali partenariati e di curare le descrizioni analitiche dei progetti.
In realtà tantissimi Comuni sono costretti a navigare a vista anche per gli innumerevoli passaggi ministeriali e regionali prima dell’assegnazione dei fondi. Gli stessi programmi di “rafforzamento della capacità amministrativa” consistono, più che nell’assistenza tecnica vera e propria, in attività di comunicazione, studi, ricerche, formazione, oltre tutto calate dall’alto.
Poi magari, tra cinque anni, si tornerà ad accusare i Comuni di paura della firma, burocrazia difensiva, scarsa qualificazione.
Diverso l’approccio ASMEL per i 3.700 Comuni associati in tutt’Italia. Puntiamo ad attivare la pianificazione locale strategica, agendo sui territori e con i territori. Attraverso la rete telematica gli Uffici comunali vengono assistiti e affiancati, in funzione delle esigenze espresse, attivando meccanismi collaborativi – anche con altri Enti e Università – con un approccio pervasivo e mai prescrittivo. Non a caso, abbiamo già ottenuto il 70% dei progetti idonei per i Comuni in partenariato con università e altri soggetti istituzionali.