17/12/2024
Nel corso del Forum, è stato illustrato il Rapporto realizzato da BOCCONI per conto di Asmel che analizza il sistema degli acquisti pubblici attraverso Consip.
Per larga parte dei prodotti e dei servizi il ricorso agli strumenti Consip risulta antieconomico o inadeguato. Ad eccezione della fornitura di buoni pasto, il 95% dei Comuni, registra un tasso medio di adesione alle convenzioni CONSIP del 25%. Si va da un modestissimo 0,75% per la “gestione immobili” fino al 38% per l’energia elettrica.
Il dato è confermato anche nella pubblica amministrazione centrale tenuto conto che a fronte di 80 miliardi di spesa affidata a Consip, la Centrale presidia “soltanto” 27 miliardi, cioè meno del 35%.
L’indagine illustra anche l’intricata normativa che governa gli acquisti CONSIP e che secondo Asmel alimenta la paura della firma. In particolare, l’Associazione punta il dito sull’obbligo in capo a ogni funzionario pubblico di ottenere l’assenso esplicito degli Organi di vertice per eventuali acquisti al di fuori del sistema Consip. Oltre a dover trasmettere gli atti alla Corte dei conti e, per gli acquisti informatici, anche ad Anac e Agid. Obblighi, denunciano in Asmel, che puntano, in tutt’evidenza, a dissuadere chi, in buona fede, intenda produrre risparmi per il pubblico erario acquistando fuori da Consip.
Per la curatrice Asmel del rapporto, «In un mondo in evoluzione continua, il modello CONSIP, con maxi-bandi e contratti di fornitura spesso stipulati dopo anni, va ripensato guardando a quello dei market place privati dove la competizione tra fornitori si realizza in tempo reale. I risultati in termini di efficienza e di risparmi a due cifre sono sotto gli occhi di tutti. Applicando questo modello agli 80 miliardi di spesa pubblica, non è difficile puntare a risparmi dell’ordine di 20 miliardi, quasi una finanziaria.
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