MAI PIÙ MULTE AI SINDACI: VARATO IL PIANO ISTAT–ASMEL PER LO SCAMBIO AUTOMATICO DEI DATI Varato il progetto di interscambio automatico tra Comuni e Istat, che elimina obblighi e sanzioni per i Sindaci. L’iniziativa fa seguito alla lettera aperta inviata da ASMEL lo scorso anno

27/05/2025

Varato oggi il progetto di interscambio automatico tra i sistemi informativi comunali e quelli dell’Istat, finalizzato a eliminare gli obblighi di trasmettere dati statistici e le multe conseguenti in capo ai Sindaci, nei casi di violazione. Al tavolo con ASMEL presenti i rappresentati di Istat e del Dipartimento per la trasformazione digitale.

L’iniziativa fa seguito alla lettera aperta, indirizzata al Presidente dell’Istat, dai Sindaci ASMEL che ha richiamato l’obbligo di interoperabilità tra i sistemi informativi dei Comuni e l’Istat,  sancito dall’art. 12 del TUEL. La richiesta è stata accolta con l’istituzione di un apposito tavolo tecnico tra l’Istituto di Statistica e l’Associazione, poi aperto alla partecipazione del Dipartimento del Consiglio dei Ministri per la trasformazione digitale.  Si parte con le procedure relative alle rilevazioni mensili sugli incidenti stradali e quelle sui permessi a costruire. Un passo decisivo verso l’attuazione della “circolarità dei dati”, senza oneri per i Comuni e senza necessità di ricorrere a sanzioni.

Come l’esperienza ASMEL dimostra, la digitalizzazione si afferma con un approccio cooperativo e pervasivo, mai prescrittivo. ASMEL rivendica un metodo nuovo nei rapporti tra Enti Locali e apparati centrali dello Stato: non più soggezione burocratica o rigidità amministrativa, ma cooperazione istituzionale, ascolto e costruzione di soluzioni concrete per semplificare le procedure comunali e rispondere con più efficacia alle esigenze degli organi centrali. Il segretario generale ASMEL, Francesco Pinto afferma: «Questo progetto dimostra che quando lo Stato dialoga con i Comuni, le riforme si fanno davvero e a vantaggio di tutti i livelli della PA. È tempo che la modernizzazione della macchina pubblica nasca dal basso, dai territori, e si realizzi attraverso strumenti condivisi».

 

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