15/05/2017
“Grande” è veramente bello, futuribile e soprattutto, risparmioso? L’accorpamento e l’accentramento sono davvero le uniche strade percorribili per andare incontro al domani? O invece la sussidiarietà e l’autonomia dei territori sono la base su cui continuare a costruire il futuro di una Regione a statuto speciale?
A queste e ad altre domande si è provato a dare delle risposte venerdì scorso a Trento, durante l’interessante e partecipato incontro-dibattito organizzato dal consigliere regionale Walter Kaswalder, che ha introdotto i lavori. Il Comune è il caposaldo dell’autonomia, ha affermato Kaswalder, ed in quanto tale deve essere salvaguardato e sostenuto, e non azzerato nelle sue peculiarità e competenze, come sta facendo la riforma Daldoss. L’obbligo di gestione associata vincolato al numero degli abitanti, invece che proposto come possibilità per territori omogenei in alternativa all’unione dei servizi, si sta dimostrando impraticabile e del tutto deleterio.
Gli ha fatto eco il professor Geremia Gios, che nel suo intervento, alla mano di esempi pratici e di dati analitici reali, ha dimostrato il fallimento dell’economia di scala che alla fine “costa” moltissimo alla comunità. Se si vogliono davvero realizzare dei risparmi, l’accentramento e la gestione associata sono la risposta sbagliata dal punto di vista dello sviluppo, dell’organizzazione, dell’efficienza e soprattutto del senso di appartenenza, proprio delle “piccole” realtà. Le risposte giuste sono la sussidiarietà, la semplificazione, l’associazione di servizi e non di funzioni, l’impegno personale dei cittadini che si realizza solo con l’identificazione data dall’appartenenza, impossibile in una dimensione da “grandi numeri”.
Franca Penasa, ex sindaco come Gios, ed ora componente della Commissione dei Dodici, ha invece fatto il punto sul continuo calo delle risorse finanziarie a disposizione dei Comuni, a fronte di un bilancio provinciale in costante crescita per quanto riguarda le entrate, ma sempre più appesantito dai deficit delle società partecipate e controllate, che assorbono gran parte dei mezzi che invece andrebbero destinati ai territori. E il trend del governo provinciale non si scosta da questa linea, ha affermato Penasa, citando ad esempio le destinazioni del fondo strategico, apparentemente decise dai territori nei cosiddetti “World Cafè”, in realtà “orientate” a livello centrale senza che i Comuni, veri rappresentanti dei cittadini, abbiano voce in proposito; e la gestione del capitolo “energia“, la maggior ricchezza della nostra Terra, letteralmente “regalata” al privato ed ai comuni maggiori, lasciando solo le briciole ai territori che la producono.
Francesco Pinto, segretario generale di ASMEL ha focalizzato il suo intervento sull’importante lavoro dell’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, per contrastare l’accorpamento forzoso dei comuni, citando le evidenti anomalie legislative. ASMEL si è costituita in giudizio a difesa degli oltre 5.000 enti coinvolti: i diversi ricorsi accolti ed ora all’esame della Corte costituzionale hanno fondate prospettive di un esito positivo. Esorta quindi le piccole amministrazioni a non cedere e a lavorare assieme per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Dopo alcuni interventi dei presenti, amministratori e funzionari di molte realtà comunali del territorio provinciale, la conclusione del consigliere Kaswalder, che ha ringraziato i relatori e gli intervenuti, annunciando prossime iniziative a livello consiliare, per difendere la territorialità e la sussidiarietà, principi base dell’Autonomia, anche contro la minaccia di commissariamento paventata dalla provincia per i comuni che non hanno ancora avviato le gestioni associate.
Tratto da : www.unsertirol24.com