Gli enti locali rivendicano un'agenda dei territori Non rallenta il trend di adesione dei Comuni italiani all’Associazione ASMEL. In pieno agosto i Consigli comunali di decine di Comuni hanno deliberato di entrare a far parte della platea associativa

08/09/2022

Non rallenta il trend di adesione dei Comuni italiani all’Associazione ASMEL.
In pieno agosto i Consigli comunali di decine di Comuni hanno deliberato di entrare a far parte della platea associativa che da oltre dodici anni si batte a tutela delle autonomie locali. Tra questi un Comune capoluogo di Regione come Campobasso, alcune Unioni di Comuni, tra cui la Comunità Montana XIX del Lazio degli Arunci e l’Unione Valle Cervo La Bursch, Comuni medio grandi disseminati lungo lo stivale, dal piemontese Nichelino, a Lentini in Sicilia, Casamassima in Puglia, Santo Stefano di magra in Liguria e tantissimi altri che è impossibile richiamare in poche righe.
Che la crescita non rallenti nemmeno nel periodo feriale dimostra quanto sia sentita e vissuta la necessità di aderire a una forma associativa alternativa e autenticamente rappresentativa delle esigenze dei Comuni. ASMEL infatti si differenzia da altre Associazioni perché vive e cresce con i soli contributi versati dai Soci, senza fruire di alcuna commessa da parte di Enti a loro sovraordinati, cosa che renderebbe poco credibili le proprie rivendicazioni. Ha raggiunto oggi quota 3966 associati, circa la metà dei Comuni italiani. Il che dimostra come l’attenzione ai territori non sia stata sinora praticata come merita.
Questa campagna elettorale non fa eccezione e fa appello ai territori solo per il voto organizzato o clientelare.
Quale che sia l’agenda Draghi - diventata un po’ come la vigna di Renzo da cui tutti portano via qualcosa- di sicuro manca un’agenda dei Territori.
Non si intravede un pensiero strategico sul futuro degli enti territoriali che di certo non si risolve con alcuni generici accenni alla necessità di sburocratizzare, da tutti richiamata come a dire “speriamo che domani sia una bella giornata”. Salvo disporre nuovi adempimenti in sostituzione di quelli soppressi.
Anche il dibattito sull’autonomia differenziata non riguarda i territori se declinato come centralismo regionale anziché come necessità istituzionale di un’autonomia rafforzata degli enti locali basata su partecipazione e sussidiarietà Non c’è autonomia senza le autonomie…
Un’associazione forte e indipendente serve a dare autorevolezza alle istanze dei Comuni chiunque sarà l’interlocutore istituzionale che dal 26 settembre sarà chiamato a guidare il Paese. (DS)

 

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