FORMAZIONE ENTI LOCALI: A CHE PUNTO SIAMO? Identikit del dipendente comunale tracciato nel rapporto Il personale dei Comuni italiani redatto da Ifel su dati Mef del 2023:  50enne, 17 di servizio e 92 euro di spesa annua per la formazione.

10/04/2025

Negli ultimi 15 anni l’operatività dei Comuni italiani è stata mortificata dai blocchi di assunzioni e retributivi oltre che dai vincoli alle spese di formazione. Eppure i Comuni, come sostiene da sempre Asmel, sono la PA di prossimità, quella che ha rapporti diretti con i cittadini, costretta a funzionare e non solo ad adempiere.

I rapporti annuali su dati MEF fotografano Comuni con personale ridotto non solo per i pensionamenti, ma anche per le migrazioni dei dipendenti verso le altre amministrazioni soprattutto regionali e centrali che garantiscono livelli retributivi più allettanti e migliori prospettive di  crescita professionale. Servono retribuzioni più omogenee tra i vari livelli di amministrazione e di governo, una questione che finalmente sta entrando nel dibattito anche in sede parlamentare.

E servono naturalmente interventi dal punto di vista formativo e organizzativo. Per questo negli ultimi anni sono stati finanziati vari programmi soprattutto per il “Rafforzamento della capacità amministrativa”. Ma avranno prodotto risultati tangibili?

Partiamo dall’identikit del dipendente comunale tracciato nel rapporto Il personale dei Comuni italiani redatto da Ifel su dati Mef del 2023:  50enne, 17 di servizio e 92 euro di spesa annua per la formazione.

In pratica si torna ai livelli di spesa per la formazione di 15 anni fa, prima della stretta della spending review.

Un dato che potrebbe anche essere interpretato positivamente, considerato appunto i finanziamenti erogati per i vari programmi formativi attraverso soggetti pubblici o parapubblici.

Senonché proprio nel rapporto leggiamo che appena il 12% dei corsi è stato erogato da FormezPA, SNA e IFEL- ANCI ed è addirittura in calo di circa un punto percentuale rispetto all’anno precedente.

Eppure, l’esigenza di formazione cresce tra progetti da realizzare e carenza di personale.

Allora non sarebbe opportuno consentire ai Comuni di autorafforzarsi rendendoli gestori diretti della spesa per la formazione?

L’esperienza di reti associative volontarie e che si autofinanziano come quella ASMEL lo dimostra: come riportato nel Report Ambrosetti 2023, l’Associazione ha promosso quasi 4 giornate di formazione per dipendente, raddoppiando la soglia delle 2 giornate obbligatorie secondo la Direttiva del Ministro Zangrillo dimostrando di essere un modello sussidiario che genera risparmi, valorizza le competenze e promuove l’efficienza amministrativa.

 

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