ANCHE EREDITANDO IL DISSESTO SI RISCHIA L’INCANDIDABILITÀ Rischio incandidabilità anche per chi eredita un dissesto o tenta il risanamento. ASMEL porta la questione alla Corte Costituzionale per tutelare gli amministratori locali penalizzati da una norma paradossale e disincentivante

16/05/2025

Migliaia di amministratori locali rischiano l’incandidabilità anche per fatti marginali, risalenti nel tempo e spesso non direttamente riconducibili alla loro gestione.

La normativa attuale, infatti, estende l’esclusione dalla candidatura non solo a chi ha provocato il dissesto finanziario, ma anche a chi vi ha partecipato in modo residuale o ha ereditato situazioni pregresse. Il paradosso si accentua nel momento in cui la stessa norma finisce per scoraggiare i comportamenti virtuosi: se l’intervento di risanamento non ha successo, scatta comunque l’incandidabilità. Una distorsione particolarmente grave nei piccoli Comuni, dove le difficoltà finanziarie affondano spesso le radici in squilibri strutturali e cronici, esasperati dalla riduzione dei trasferimenti statali.

Per dare voce a chi si impegna in prima linea nella gestione dei territori, ASMEL ha depositato una memoria alla Corte Costituzionale nel giudizio di legittimità sull’art. 248 del TUEL, portando all’attenzione della Consulta le conseguenze sproporzionate di una norma che finisce per penalizzare chi tenta di riportare equilibrio nei conti pubblici.


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