Con il Decreto n. 202/2024 c.d. “Decreto Milleproroghe” è stata definitivamente abrogata la norma dell’art. 14, commi 27 e 28 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 con la quale era stata prevista l’obbligatorietà dell’esercizio associato delle funzioni fondamentali per i Comuni di minori dimensioni a partire dal 1° gennaio 2015. I Comuni, dunque, non saranno più costretti a vedersi espropriate le funzioni fondamentali, come tempestivamente denunciato da ASMEL e sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale n.33/2019.
Era quello che ASMEL chiedeva da tempo e che aveva portato i Comuni soci ad impugnare innanzi al TAR Lazio la circolare attuativa emanata il 12 gennaio 2015, passo propedeutico al riconoscimento della incostituzionalità della disposizione.
Con sentenza n. 13283 del 19 novembre 2019 il TAR LAZIO aveva definitivamente accolto il ricorso presentato dai Comuni ASMEL dichiarando l’annullamento della circolare del Ministero dell’Interno del 12 gennaio 2015 relativa all’obbligo per i Comuni di minori dimensioni di procedere all’accorpamento delle funzioni fondamentali. Come ribadito dalla sentenza del TAR non sussiste più alcun obbligo di accorpamento delle funzione in quanto allo stato «la disciplina legislativa risultante all’esito della declaratoria di incostituzionalità risulta inapplicabile e comunque non genera obblighi immediatamente cogenti e ciò per una doppia ragione: per carenza di alcuni provvedimenti attuativi imprescindibili; perché, anche dopo l’adozione di tali provvedimenti, si renderà necessario avviare un percorso procedimentale per valutare, caso per caso, l’esistenza o l’esonero dall’obbligo di gestione associata».
La gestione associata delle funzioni non è una ricetta che può essere imposta per legge in maniera indiscriminata e in violazione delle garanzie costituzionali, ASMEL ha sempre sostenuto che l’efficienza della Pubblica Amministrazione locale si costruisce senza espropriare ai Comuni le funzioni fondamentali ma attraverso la scelta volontaria di gestione associata di servizi tra Enti omogenei, costruita magari su geometrie variabili a seconda dei servizi e delle opportunità.
Eppure in questi anni, puntualmente, i periodici Decreti “Milleproroghe” si erano limitati a rinviare la scadenza dell’obbligo al 31/12 dell’anno successivo, questa volta si è preso atto che la norma è ingiusta e inattuabile e quindi andava semplicemente cancellata.
ASMEL aveva dunque colto nel segno, sostenendo i Comuni in questa azione giudiziaria contro una disposizione impositiva fortemente caldeggiata dall’ANCI ma che di fatto violava ogni principio di autonomia degli Enti Locali.