Lotta alla inefficienza e alla corruzione: nei Comuni l'80% chiede la semplificazione Per far ripartire la crescita e contrastare la corruzione è indispensabile tagliare la burocrazia. E' questa l'opinione dell'80% degli amministratori pubblici intervistati da Noto Sondaggi

30/05/2018

 Per far ripartire la crescita e contrastare la corruzione è indispensabile tagliare la burocrazia. È questa l'opinione dell'80% degli amministratori pubblici intervistati da Noto Sondaggi in un campione di Comuni, rappresentativo dei 7.972 municipi italiani. I risultati sono stati resi noti nell’ambito dell’Assemblea Nazionale di Asmel, l’Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali, che riunisce oltre 2.300 Comuni in tutta Italia.

Secondo il sondaggio l’86% degli amministratori locali ritiene che "spesso gli uffici comunali lavorano più per adempiere a mille prescrizioni che per funzionare”. Il dato più significativo dell'analisi è che “la pretesa di regolamentare ogni dettaglio frena l’efficienza della pubblica amministrazione”, come ritiene l’82% del campione di intervistati. Per lo stesso campione va rivista anche l’azione di Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, che “non è riuscita ancora a centrare la missione di ridurre i controlli formali che comportano appesantimenti procedurali e aumentano i costi”.

Sottolineata anche la "burocratite" dell’azione di Consip, che “spesso rende difficile, se non impossibile, conseguire effettivi risparmi di spesa” per l’86% degli intervistati, i quali contemporaneamente si dicono abbastanza o molto d’accordo (73%) con i risultati di un’indagine Anac che ha definito virtuosi e abili i Comuni che hanno agito in deroga agli obblighi Consip, ottenendo condizioni migliori. Forti critiche anche sul nuovo Codice dei contratti pubblici che, varato all’insegna della semplificazione, a due anni dall’entrata in vigore è ancora incompleto perché mancano ben 38 provvedimenti attuativi sui 66 previsti. L’80% del campione sostiene che "il nuovo Codice, anziché semplificare, ha prodotto una proliferazione di norme, generando confusione e deresponsabilizzazione, con conseguente freno a investimenti e servizi pubblici”. “Abbiamo verificato - afferma il segretario generale di Asmel Francesco Pinto - che il totale delle parole contenute nel nuovo Codice e nei 28 provvedimenti già approvati rappresenta il 143% di quelle contenute nel vecchio Codice e nelle relative norme attuative. Di questo passo, ad opera ultimata, esse rappresenteranno il 250% di quelle precedenti: esattamente il contrario della semplificazione annunciata”.

Qui l'intervento di Noto
Qui i Risultati del sondaggio
 
 
 

 

torna all'inizio del contenuto
Questo sito web utilizza i cookie
I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.