I risultati del sondaggio sul "Bigottismo Normativo" Le risposte dei comuni su ANAC, CONSIP, Codice Appalti ecc...mettono in luce l'insofferenza contro l'eccesso di norme che favoriscono e non prevengono la corruzione

25/05/2018

Troppe norme astratte e complicate sono un freno alla crescita. Lo afferma l’85% degli intervistati in un campione di Comuni, rappresentativo dei 7972 municipi italiani e commissionato da Asmel, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, con 2323 soci in tutt’Italia.

L’indagine, curata da Noto Sondaggi, “dà voce ad un sentimento diffuso, dice Giovanni Caggiano, Presidente ASMEL, “tra operatori ed amministratori locali quotidianamente impegnati sul territorio a dare risposte ai cittadini e, nel contempo, subissati da obblighi e prescrizioni formalistiche calate dall’alto”.

Una maggioranza bulgara degli intervistati dichiara che gli Uffici comunali lavorano spesso più per adempiere che per funzionare, mentre l’80% si dichiara convinto che troppe norme favoriscono e non prevengono la corruzione.

Nessuno sconto ad ANAC, perché secondo la stessa maggioranza, l’Autorità non rispetta la propria missione che è quella di ridurre i controlli formali che comportano appesantimenti procedurali ed aumentano i costi.

Viene messa in discussione anche l’azione di Consip, che appare ben 340 volte in Gazzetta ufficiale, nell’ambito di 68 provvedimenti normativi. Cosa che rende spesso difficile, se non impossibile, conseguire effettivi risparmi di spesa, afferma l’86% dei rispondenti. I quali contemporaneamente si dicono abbastanza o molto d’accordo (73%) con i risultati di un’indagine ANAC che ha definito virtuosi ed abili i Comuni che hanno agito in deroga agli obblighi Consip, ottenendo condizioni migliori.

Molto forte è anche la presa di posizione contro il nuovo Codice degli appalti che, varato all’insegna della semplificazione e del rispetto della legalità, a due anni dall’entrata in vigore è ancora incompleto perché mancano ben 38 provvedimenti attuativi sui 66 previsti. “Abbiamo verificato, dichiara Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL, “che il totale delle parole contenute nel nuovo Codice e nei 28 provvedimenti già approvati rappresenta il 143% di quelle contenute nel vecchio Codice e nelle relative norme attuative. Di questo passo, ad opera ultimata, esse rappresenteranno il 250% di quelle precedenti. Esattamente il contrario della semplificazione annunciata”.

Sul punto, il giudizio degli intervistati è netto. L’80% sostiene che il nuovo Codice, anziché semplificare, ha prodotto una proliferazione di norme, generando confusione e deresponsabilizzazione, con conseguente freno a investimenti e servizi pubblici.

“Un chiaro pronunciamento contro il dilagante bigottismo normativo”, afferma Francesco Pinto, “da parte di quanti operano a stretto contatto con i cittadini e che evidenzia come i lacci e lacciuoli ormai imbrigliano non solo le attività economiche, ma la stessa macchina burocratica”.

i risultati completi del sondaggio verranno presentati lunedì prossimo all’Hotel Ramada di Napoli da Antonio Noto nel corso dell’Assemblea dei Comuni ASMEL centrata sul tema Semplificare per la crescita. I Comuni ed il Governo del Paese, nel corso della quale verranno presentate le proposte a costo zero, elaborate da ASMEL, per favorire ripresa ed occupazione agendo sulla semplificazione delle procedure amministrative. Interverranno, tra gli altri, Roberto Fico, Presidente della Camera, Umberto del Basso De Caro, sottosegretario alle Infrastrutture e Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio spesa pubblica dell’Università Cattolica.

 

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